giovedì 2 dicembre 2010

ALO - un tentativo di catturarlo con una definzione

Carlo Andreoli (ALO per gli amici) è un artista. Non intendo che lui sia artista perchè produce oggetti d'arte. Quello  ne è solo un aspetto. Lui è artista quando cammina, beve, dorme, cucina. Non quando parla, perchè lui non parla, ma emette suoni, come un gabbiano o anche come un tacchino, a volte (dipende dalla birrra). Alo non è parte del mondo normale, concreto al quale noi ci riferiamo, sebbene anche lui debba sottostarci con dolore e fastidio, come tutti. A lui però riesce la magia di essere anche altrove, da qualche altra parte, e i suoi occhi sono penetrati dalla luce di quel luogo dove dimora, anche se appare in mezzo a noi.
Un angelo, direte... e cos'è quel nome - Alo - se non la contrazione, la sintesi dell'angelo, e quel breve suono il suo fruscio d'ala, un alo, appunto.  Un angelo bastardo, caduto giù da una nuvola, forse ubriaco.
Chi lo conosce, sa che non esagero. Chi non lo conosce, si faccia penetrare dalle sue opere. Sono fatte con quell'intento.

Fabio Musati

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